Da anni mi piace durante il mese di luglio o a settembre, ritornare in Grecia, e quando dico Grecia vuole dire spaziare tra il continente e le meravigliose isole che ogni volta mi riconfermano il mio amore per questo paese.
Sono i cieli blu e tersi, i profumi più intensi e il vento caldo al sole e fresco all’ombra che mi emozionano ogni volta. Le mille chiesette bianche con le finestre blu, gli ulivi e i fichi ma anche la terra brulla, arida e polverosa… possibile che mi piaccia tutto?? . È stata eletta buen retiro per il fine settimana dagli ateniesi. Da noi è conosciuta come Kea ma in Grecia si chiama Tzià.
Una curiosità: tra i secoli VII e VI a.c. Fu sede di ben quattro città-Stato, nel,periodo classico la si ricorda per una legge che invitava gli anziani (quelli che compivano 70anni) a suicidarsi con il cianuro.
Quest’anno, destinazione Cicladi, una delle isole più vicina al continente, KEA, 50 minuti di ferry da Lavrio e arrivi in un piccolo porticciolo con una fila di ristorantini, e negozietti..
Appena pochi chilometri, prima di raggiungere Vourkari, la strada si accosta al mare che sembra quasi di entrarci, la baia è tranquilla. Si attraversa un tratto fitto di eucalipti a fianco una spiaggia stretta ed attrezzata con lettini bianchi come le tende del piccolo ristorante con pochi tavoli. Le cicale cantano così forte da stordire….ed eccoci sbucare in quella che qui può essere considerata la Portofino del posto! La piccola strada che costeggia il mare con bei locali sempre con un sapore greco per i colori e dall’altro belle barche ancorate. Pochi metri e salendo per uno sterrato, ci si arrampica fino a questo gioiellino di hotel, solo 9 suite, ognuna con nome differente, una vista che non si dimentica!! L’arredamento è davvero chic, come una casa privata, non ha nulla dell’hotel tradizionale. Il rischio è non uscire mai da questo luogo perfetto. Ma l’isola è talmente vera che vale la pena di dividere le giornate tra visite e relax in hotel, davanti ad un tramonto, con un buon vino locale e scoperta di piccoli villaggi, tra cui il capoluogo, rigorosamente vietato alle auto, dove ci si deve arrampicare, tra casette e chiese. Nella piazza del paese un ristorante tipico con le sedie proprio nella piazza, dove gustare la cucina locale.
Altra stranezza del posto: non solo capre ma anche mucche che vagano per la campagna, e questo significa ottime grigliate non solo di pesce ma anche di carne!